Insegnamento di Sociologia del Prof. Alessandro Russo
Presso il corso di laurea in educatore servizi per l'infanzia
“Il piccolo d'uomo” è un'espressione di Freud che Jacques Lacan riprende in funzione polemica contro la psicologizzazione generalizzante del bambino -sia essa operata da educatori, genitori o psicoanalisti stessi-. Considerare il bambino come un piccolo d'uomo comporta il prendere l'esperienza di chi viene al mondo nella sua singolarità -cioè nella contingenza dell'incontro che ciascuno ha con l'enigma del desiderio dell'Altro e con la contestuale necessità di entrare in un sistema simbolico, quello del linguaggio, che lo precede e lo nomina. Nell'affrontare l'enigma del desiderio dell'Altro- innanzitutto Altro materno- il bambino può produrre una risposta sintomatica: l'insegnamento di Lacan porta a distinguere i casi i cui il sintomo rappresenta la verità della coppia genitoriale da quello, ben più grave, in cui indica la posizione del bambino quale oggetto del godimento materno. In un caso e nell'altro il sintomo dispiega i suoi effetti -nella vita familiare come nel contesto educativo-. Si tratta dunque di comprendere quale posizione l'educatore può assumere per accogliere il “piccolo d'uomo” ricordando che egli stesso, nel momento in cui opera, incarna l'enigma del desiderio dell'Altro